Spesso la qualità di un sistema di videosorveglianza HD viene espressa in MegaPixel impressionanti. Ma non è solo la grandezza del numero davanti alla M di megapixel a garantire la migliore risoluzione né la nitidezza al massimo ingrandimento a rendere l’impianto “un buon impianto”. Non è una telecamera grande, ma “una grande telecamera posizionata da un buon installatore” a restituire immagini nitide. E poi c’è la tecnologia giusta per ogni situazione: scegliere tra IP, HD-sdi e 960H richiede quindi attente valutazioni. Con una premessa: queste tecnologie non utilizzano lo stesso mezzo e metodo trasmissivo, pertanto la risultante dell’analisi può concludersi strettamente verso una scelta tecnologica piuttosto che un’altra.
La tecnologia 960H prende il nome dal numero dei pixel orizzontali nel sensore CCD utilizzato in queste telecamere. E' classificabile in “analogica ad alta definizione” e restituisce un'immagine media il 30-35% più grande della precedente risoluzione D1. Essendo analogica, permette di riutilizzare il vecchio cablaggio RG59 senza rischi di compatibilità, ovviando al problema del costoso rewiring (ri-cablaggio) della struttura. Ovviamente, per sfruttare la massima qualità di queste telecamere è richiesta anche l'installazione di un videoregistratore digitale dedicato 960H. Il carattere molto economico, raffrontato alla qualità di immagine della classica telecamera di videosorveglianza analogica, rappresenta un punto a vantaggio di questa tecnologia, che peraltro si è affacciata sul mercato da una decina di anni senza apportare grandi migliorie nel tipico impianto piccolo-medio. La scalabilità di questo prodotto si può garantire solo attraverso l'utilizzo di sistemi di centralizzazione, offerti da alcune case produttrici, in grado di raccoglierne i flussi video attraverso il collegamento di rete. Attualmente sono disponibili sul mercato a buon prezzo apparati di videoregistrazione di taglio piccolo 4/8 canali, che consentono la realizzazione di impianti circoscritti al cablaggio diretto telecamera-videoregistratore.
Telecamera a tecnologia HD-sdi
La tecnologia HD-sdi (High Definition Serial Digital Interface) è inserita in una telecamera digitale che immette nel mezzo trasmissivo un'immagine non compressa, quindi la qualità dell'immagine non viene compromessa dalle operazioni coding/decoding da effettuarsi invece con altre tecnologie.
sdi ha il pregio di utilizzare il preesistente cablaggio analogico effettuato con cavo RG59 e permette di raggiungere una buona qualità di dettaglio nell'immagine anche all'ingrandimento estremo. Compatibilmente con l'ottica e il buon lavoro effettuato dal complesso DSP+Sensore, l'immagine è notevolmente più stabile e meno sofferente al rumore rispetto alle precedenti tecnologie analogiche ed a volte persino migliore rispetto alle telecamere IP. Presentata sul mercato mondiale nel 2009, ha sofferto dell'incredulità ma soprattutto degli alti costi di produzione.
Oggi risulta però essere molto stabile e abbastanza matura per qualsiasi utilizzo ove sia richiesto almeno un flusso video non compresso HD o Full HD. Approdata nel mercato meno di dieci anni, la tecnologia HD-sdi può dare una buona risposta alle richieste di impianti di qualità video medio alta, ma può esser limitata – oltre che dai costi - dal numero di telecamere gestibili dagli apparati disponibili sul mercato. La tecnologia sdi rispetta la classica matrice 4/8/16, ma sono ancora rari i videoregistratori a 16 canali, mentre si trovano a buon prezzo i 4 e gli 8 canali e gli 8 canali ibridi in grado di gestire 4 canali analogici (old economy) e 4 canali HD-sdi. La scelta di questa tecnologia permette solo l'utilizzo di prodotti HD-sdi (telecamere e videoregistratori dedicati). Anche qui c'è la possibilità, con soluzioni software proprietarie, di centralizzare i flussi video o meglio di raccogliere in un cms tutti i videoregistratori.
Telecamere a tecnologia IP
La tecnologia IP, presente sul mercato da oltre 15 anni, è ormai molto matura e la sua qualità è indubbia nei prodotti di fascia medio alta. Le telecamere IP utilizzano come mezzo trasmissivo il cavo di rete UTP (cat.5e o preferibilmente cat.6), da cui possono essere alimentate direttamente (PoE) oppure appoggiandosi a sistemi di trasmissione wireless interni o esterni. La telecamera IP può elaborare l'immagine direttamente a bordo, sia nelle funzioni evolute di trasmissione (case produttrici propongono modelli con controllo della banda di trasmissione on board) piuttosto che nelle funzioni evolute di riconoscimento delle azioni con intelligenza di analisi a bordo.
Un sistema di videosorveglianza IP può registrare (utilizzando appositi encoder che convertono il segnale analogico in flusso IP) le immagini delle vecchie telecamere, integrando quindi anche i vecchi impianti senza effettuare il rewiring. La scelta di questa tecnologia offre grandi opportunità e flessibilità nell'utilizzo, nell'ampliamento e nel metodo di installazione. Queste telecamere non determinano la scelta del sistema di registrazione, che può essere di tipo NVR (network video recorder) o DVR Pc-Based, ma possono essere determinanti nella scelta per impianti o insieme di impianti senza limitazione geografica. Il superamento dei problemi di livello fisico del cablaggio viene risolto dalla capacità logica di connessione della LAN (Local Area Network) alla WAN (Wide Area Network).
La tecnologia “migliore”?
Tornando alla domanda iniziale (quale sia la tecnologia migliore) ed eliminando da subito la questione della visibilità remota dell'impianto attraverso l'utilizzo di tablet o smartphone, poiché tutte e tre le tecnologie sono remotabili, l'analisi si può affrontare partendo dal livello più basso: quello fisico. Esiste un cablaggio? L'impianto da installare è totalmente da cablare? Nel caso in cui la risposta sia di totale assenza del rame (primo elemento del mezzo trasmissivo disponibile), la scelta più ovvia ricade sulla tecnologia IP. Ponendo le basi in un cablaggio strutturato possibilmente in cat.6, possiamo ragionevolmente pensare che contro qualsiasi budget ristretto questo torni sempre utile, sia che l'installatore installi telecamere VGA da 1.3MPixel o telecamere da 5 MegaPixel o 19MegaPixel.
Ovviamente una particolare attenzione va posta all'intera architettura della rete da installare: gli elementi di rete Switch, gli Switch PoE e tutti gli altri sistemi di rete devono almeno disporre di schede di rete con capacità GigaEthernet (1000M/bit), occorre considerare le alimentazioni, i sistemi devono essere possibilmente ridondanti o backuppabili e bisogna porre attenzione alle distanze complessive del cablaggio tra punto telecamera e sistema di registrazione. La registrazione, cuore pulsante di tutto l'impianto, può essere di tipo intelligente, basato su software open VMS dedicato e deve avere possibilità di espansione nel numero di telecamere gestibili, piuttosto che optare per rigidi network video recorder o NAS che sono “pre-configurati” per un numero finito di telecamere. Un sistema open VMS espandibile può essere - per ovvi motivi - super conveniente e può crescere con le richieste e con le funzioni.
Nel caso in cui ci si ritrovi in presenza di un cablaggio pre-esistente, magari di tipo coassiale RG59, è invece bene fare un distinguo. La tecnologia HD-sdi può dare effettivamente un'ottima risposta alla richiesta di alta definizione, ma attenzione al vecchio cavo di tipo micro-coassiale: la riduzione del rame a disposizione potrebbe limitare la banda disponile sul mezzo trasmissivo e si rischierebbe di non ottenere la qualità di immagine sperata. Inoltre non è possibile utilizzare con affidabilità la tecnologia HD-sdi in presenza di convertitori balun: questi devono essere sostituiti con balun per telecamere HD-sdi (che presentano un costo non trascurabile). Gli impianti piccoli o con scarsissima possibilità di crescita (es. condominio o negozio di 40mq) sono invece buone occasioni per utilizzare sistemi wireless da 4/8 canali e per ottenere, con minimi sforzi, la massima resa in termini di riconoscimento di persone o dettaglio dell'immagine in ambienti circoscritti. Possibile anche utilizzo di pannelli solari in caso di assenza totale di alimentazione.
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